Avete mai sentito parlare delle monete complementari? Si tratta di un sistema di mutuo credito tra le aziende e non bisogna commettere l”errore di confonderle con le criptovalute. La criptovaluta più famosa è senza dubbio il Bitcoin. In questo blog ne abbiamo parlato.
CRIPTOVALUTE VS MONETE COMPLEMENTARI
Quali sono le differenze principali tra le monete complementari e le criptovalute? Vediamole insieme.
1) Quella più importante è che il valore delle criptovalute è fluttuante, cioè è legato alle dinamiche domanda-offerta, mentre quello di una moneta complementare è uguale a quello della valuta di riferimento (ad esempio, l’euro, il Franco svizzero, la sterlina inglese e così via).
2) Possiamo mettere al secondo posto, ex aequo, la trasparenza e la spendibilità.
Partiamo da quest’ultima. È raro poter comprare qualcosa con le criptovalute. Al contrario, si possono acquistare beni e servizi pagando con le monete complementari.
Passiamo alla trasparenza. Salvo casi eclatanti o a meno che qualcuno non ce lo dica, non sappiamo se una persona abbia o meno delle crypto. Molte transazioni (non tutte!) in bitcoin riguardano attività illecite e spesso l’identità del beneficiario del pagamento è ignota.
Al contrario, si può sapere benissimo chi possiede delle monete complementari. Infatti, ogni moneta complementare si può usare solo all’interno di un circuito e i dati di chi aderisce a questi circuiti sono pubblici. O, meglio, li possono conoscere solo gli altri iscritti al circuito.
Anche le Forze dell’Ordine, il Fisco e l’Autorità Giudiziaria li possono conoscere. Ad esempio, in Italia le tasse sugli incassi in monete complementari si pagano in euro. Infatti, si chiamano complementari perché affiancano l’euro (o il franco, la sterlina eccetera) e non lo sostituiscono.
Le cripto sono soprattutto dei beni di rifugio ed è normale tenerle ferme in attesa (o nella speranza) che il loro valore cresca.
Invece, le monete circolano molto velocemente. Alcune più dell’euro.
Il discorso del circuito introduce un’altra differenza. Chiunque può comprare le cripto mentre, come abbiamo detto prima, solo gli aderenti a un circuito possono usare la moneta complementare di riferimento. E, di solito, si può iscrivere solo chi ha una partita iva.
Cripto e monete complementari hanno, però, una cosa in comune: non esistono dal punto di vista fisico, non sono tangibili.
I VANTAGGI
A che cosa servono le monete complementari? Soprattutto, a quattro cose.
1) Evitare che la merce rimanga ferma.
2) Dare della liquidità in più.
3) Usare meno la moneta ufficiale dello Stato.
4) Creare una comunità in cui gli aderenti possano allacciare collaborazioni e trovare clienti.
Nei periodi di crisi sono molto utili.
LA STORIA E QUALCHE INFORMAZIONE
Non sono un fenomeno nuovo: la prima è nata in Svizzera nel 1934. Esiste ancora e si chiama FrancoWir.
In Italia sono una quindicina. Di solito, hanno una dimensione regionale (o addirittura provinciale, come il Montex. in Alto Adige/Sud Tirol). Tuttavia, alcuni circuiti accettano anche aziende di altre regioni, soprattutto da quelle confinanti. Inoltre, tra molti di questi circuiti ci sono delle sinergie. In questo modo, gli aderenti a un circuito possono spendere all’interno dell’altro e viceversa.
La prima valuta complementare in Italia è stata il Sardex, nel 2010. Più di 10.000 aziende fanno parte di questo circuito. Si può usare anche in tante altre regioni. La moneta complementare della Lombardia si chiama Linx.
Per quanto riguarda l’estero, segnaliamo il Bristol Pound e il Res (Belgio).
In occasione del Ferragosto, abbiamo deciso di fare un articolo diverso dal solito. Diteci se vi è piaciuto.
