A Galta di Vigonovo (Ve) sono state trovate quattro casseforti risalenti ai tempi della Mala del Brenta. Una persona che faceva parte della banda ha detto: “Dopo le ruberie nelle abitazioni, prima ancora del periodo delle grandi rapine e successivamente a quello del traffico di droga e del controllo dei casinò del Veneto e della ex Jugoslavia, il furto delle casseforti era una delle nostre maggiori attività redditizie, una di quelle che ci rendeva davvero ricchi”.
Tuttavia, quest’uomo non è diventato ricco e adesso vive con la sua pensione (non prende molto).
Il suo racconto continua.
“Era una attività molto faticosa ma rendeva bene. Eravamo a cavallo degli anni ottanta. A quel tempo non esistevano ancora sistemi d’allarme e telecamere. Prendevamo di mira principalmente uffici postali e grandi imprese dislocate in tutto il Veneto. Una volta dentro gli uffici, facevamo scorrere fino all’uscita le casseforti su rulli in legno. Se non riuscivamo a caricarle su un mezzo a causa del loro peso, le legavamo dietro un veicolo e le trascinavamo per la strada fino al luogo dove venivano aperte con la fiamma ossidrica”.
In effetti, in quel periodo, a Premaore di Camponogara (Ve) accadde un episodio, che adesso vi raccontiamo.
Venne rubata una cassaforte in una cantina sociale. Dopodiché, la cassaforte fu legata con una catena a un veicolo e trascinata per chilometri. Il fracasso fu memorabile.
IL RITROVAMENTO DELLE CASSEFORTI DI VIGONOVO
Le casseforti che sono state ritrovate a Galta di Vigonovo si trovavano in una pozza d’acqua. Si pensa che ve ne siano delle altre.
Il primo a vederle è stato un pescatore. Si trovano in un invaso e sono emerse a causa della scarsità d’acqua.
I Carabinieri della stazione di Vigonovo e quelli della Compagnia di Chioggia stanno cercando di capire da dove vengano le quattro casseforti.
Nonostante le casseforti siano arrugginite e piene di fango, una delle targhette è ancora ben visibile. Potrebbe essere molto utile ai fini delle indagini.
DICHIARAZIONI
Il sindaco di Vigonovo, Luca Martello, ha detto:
«Abbiamo l’incarico di recuperare le casseforti. L’operazione sarà portata a termine nei prossimi giorni. Dopodiché saranno portate nei magazzini comunali, ripulite e messe a disposizione delle autorità”.
Invece, il sindaco di Mira, Marco Dori, ha detto: “Credo che l’idea di trasformare queste casseforti in simboli di legalità sia vincente per affermare sempre più una cultura locale che con il malaffare non ha più nulla da spartire. Nei parchi dei Comuni che ne faranno richiesta potranno essere posizionate, una volta sistemate ed abbellite, queste casseforti che potranno contenere libri proprio sul tema della legalità”.
Che cosa ne pensate della storia delle casseforti di Vigonovo? Fatecelo sapere.
Fonti:
Storie amene in cui c’è una cassaforte